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Nato a Rionero in Vulture nel 1920, ma risiedeva da molti anni a Forlì.

LO SCRITTORE BUCCINO E “LA MALASORTE”

di Michele Traficante

 

Rionero in Vulture vanta numerosi uomini illustri che hanno onorato la loro città natale. Storici, politici, poeti, militari, artisti, scrittori hanno lasciato una traccia profonda in vari settori della cultura, non solo in campo regionale e nazionale ma anche internazionale; Giustino Fortunato, Raffaele Ciasca, Nino Calice, Giuseppe Pennella e tanti altri sono tuttora ricordati per il loro prestigio ed impegno nella vita nazionale.

Ultimo, in oltre di tempo, lo scrittore Vincenzo Buccino, affermato romanziere.

Nato a Rionero in Vulture il 3 gennaio 1920 da Francesco e da Caterina Chieppa, Vincenzo Buccino ha vissuto l'infanzia e la giovinezza nella città vulturina fra una larga schiera di amici e compagni di gioco e di studi. La sua era la classica famiglia di un paese meridionale, numerosa, cattolica, liberale.

Laureatosi in materie letterarie ha insegnato per molti anni quale docente di Lettere Italiane e Storia.

Scrittore forbito, incline alla parodia, pronto ad indagare, spesso pungente ed ironico, ma sempre con bonomia, l'animo umano mettendo a nudo pregi e difetti.

Ha vissuto, anche per ragioni professionali, lontano dal suo paese natio, ma ciò non gli ha impedito di conservare gelosamente nel cuore gli angoli caratteristici, i paesaggi suggestivi e le tradizioni più radicate della sua Rionero in Vulture.

Si sa il tempo e la lontananza imprimono con maggior forza nella memoria i fatti della fanciullezza e della gioventù, le immagini più care di amici, aprenti e dei luoghi familiari. Tanto che, con un po' d'immaginazione, si riescono a rievocarli e a “ricamarci” intorno racconti interessanti ed avvincenti. E' il caso dello scrittore- romanziere Vincendo Buccino che ne ha tratto romanzi e racconti di rara suggestione e bellezza sia per lo stile elegante e forbito e sia per l'alto valore letterario.

Nel 1963 ha pubblicato il suo primo romanzo: ”La malasorte” (Ed.Rebellato, Padova, 1963) ambientato nella sua Rionero e che tanti apprezzamenti di critica e di pubblico ha ottenuto.

“La strada difficile” (Ed.Longo, Ravenna, 1966) è stato il suo romanzo molto lodato dai critici letterari. Nel 1969 è uscito “Il sanamalati” (Ed.Longo, Ravenna, 1969), un altro romanzo ancora ambientato a Rionero in Vulture nel quale mette in evidenza usi e costumi della comunità rionerese.Ha scritto ancora l'introduzione al 2° volume “Puglia e Basilicata” dell'Enciclopedia “Tuttitalia” (Ed. Sodea-Sanzoni, Firenze) e, nel 1971, la corposa introduzione storico-letteraria al volume “Il libro della sventura” autobiografia del brigante Michele Di Gè (Ed. Lacaita, Mandria, 1971).Per l'anno santo 1975 ha scritto “Roma nel mondo-il mondo a Roma”. Storia degli anni santi (Ed. Giubileo Roma- Lugano-Parigi, 1975) che ebbe vasta eco nel mondo cattolico. Un periodo di pausa e poi pubblica “Lembi di vita-di meglio e meglio” (ed. TNV, Rionero in Vulture, 1989), una raccolta di undici lunghi racconti. Nel 1999 è uscito l'ultimo, in ordine di tempo, romanzo. ”L'amore esclusivo di Nunziata Spera” (Ed.Soglia, Ravenna, 1999), ancora ambientato a Rionero in Vulture, in cui si mettono alla berlina gli aspetti più appariscenti della stupidità umana che, il più delle volte, cade nel ridicolo.

Non ancora del tutto risolta la pubblicazione del suo ultimo romanzo: ”Il miraggio dei guerci”.

Nel 1971 Vincenzo Buccino era accademico Tiberino.

L'ultima sua presenza a Rionero risale all'agosto del 1999 quando nell'atrio del Palazzo Fortunato, alla presenza di un folto ed attento pubblico, è stato presentato il suo libro” L'Amore esclusivo di Nunziata Spera”.

Purtroppo Vincenzo Buccino non ha trovato nel suo paese adeguata “corrispondenza d'affetti” e la giusta considerazione. Di ciò forse rimase fortemente deluso. Aveva comunque un ristretto numero di affezionati e sinceri amici fra alcuni vecchi compagni di gioventù. Io ho avuto il privilegio di essere da lui ritenuto fra questi suoi eletti ed affettuosi amici. C'eravamo stretti da profondi sentimenti di sincera amicizia. Ci sentivamo spesso telefonicamente, ci scrivevamo, ci scambiavano gli auguri nelle festività maggiori, nei compleanni e negli onomastici.

La sua scomparsa, avvenuta a Forlì il 12 luglio scorso lascia un vuoto incolmabile nel panorama culturale rionerese.

Vincenzo Buccino è stato personalità dalla forte tempra di scrittore e romanziere, di grande prestigio che ha ottenuto numerosi riconoscimenti “fuori patria”, ma, almeno negli ultimi anni, pressoché ignorato nel suo paese. Si sa “Patria dat vitam, raro largitur honoris” (la patria dà la vita, raramente conferisce onori), almeno fino a quando non si passa a miglior vita.

Il 26 agosto scorso l'Amministrazione comunale di Rionero in Vulture lo ha ricordato con una semplice ma significativa cerimonia-convegno nel corso della quale il prof. Pasquale Tucciariello, con la brillante relazione: ”Rionero e il Mezzogiorno nella letteratura di Vincenzo Buccino”, ha ricordato la nobile figura dello scrittore e la sua incidenza culturale nella comunità rionerese e non solo.

Tuttavia il suo paese natale, secondo il detto “Virtù sprezziam in vita, lodiamo estinta”, fa sempre in tempo a tributare ad uno dei suoi figli migliori, i dovuti riconoscimenti, non fosse altro per additarlo degnamente alle future generazioni.

 

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