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ad antonio masucci

di Graziella Placido, 8 agosto 2015

Carissimo e chiarissimo Professore Antonio,
Professore con la P maiuscola. A tutti noto come Professore per antonomasia. Non adirarti: non un panegirico vuole essere questo elogio funebre ma un piccolo onore alla verità. 
La tua morte è la celebrazione della vita: tu hai incarnato mirabilmente il primato della vita sulla morte. Disfatto nel corpo ridotto all’uomo dell’olocausto -osservavi- o come il corpo del Cristo che, nella chiesa di San Silvestro in Bisceglie, aleggiava sul tuo feretro, tu non sei morto del tutto. Molta parte di te rimane qui, per sempre viva, nel profondo del nostro cuore. Perché tu sei morto per la vita di necessità di quelli che ti hanno conosciuto, soprattutto dei tuoi giovani studenti certamente capaci di avanzare, di fronteggiare le inevitabili difficoltà e di vincere la vittoria. Una vittoria semplice, non complicata –affermavi– una vittoria di generosità, umiltà coerenza, pacificazione e soprattutto una vittoria di fiducia e di libertà. Libertà da quelle passioni che tanto ci occupano e ci inquietano. Questi sono stati i valori che hanno alimentato tutta la tua vita e il tuo insegnamento: valori per te non negoziabili a noi lasciati, come uno stampino, in eredità.
Menzionarli, qui ed ora, non è un “incensarti”, come solevi dire, ma additarli, come modelli ed esempi diretti verso uno scopo di vita degno, a quei giovani da te tantissimo amati. Con loro avevi stipulato un intimo contratto non scritto: puro dono morale e gratuito. Infrangibile anche nelle feste comandate.  Talvolta lagnavi la loro mancanza di grammatica culturale, anzi fino agli ultimi mesi, con le forze residue, perseveravi nella tua indignazione: “ma che fate, svegliatevi”. Le mani allo scarno viso, eri l’immagine dell’urlo di Munch. L’urlo per il tempo presente, che sempre meno comprendevi, per la violazione di quei principi etici fondamentali per la qualità della vita. L’urlo per l’imbecillità –parola tua- prona e china al servizio dell’avidità tanto diffusa. Quel “svegliatevi” era un rimprovero ad alunni e genitori per l’accettazione passiva della realtà scolastica ma era soprattutto un perentorio richiamo ad agire e a partecipare per l’affermazione di quei beni non quantificabili e non misurabili come prima, grande e vera ricchezza. Perché soltanto così possiamo essere uomini veri. Si, perché il tuo “studi, studi e poi studi“ era il postulato, la ragione per cui i giovani, e non solo, devono viver per non perdere se stessi e le cose. Quelle piccole, quelle vere.
Al vaniloquio prediligevi l’ascolto, alla parola fronzuta quella giusta, essenziale, al “bailamme” della vita moderna prediligevi scienza e conoscenza come garanzia di vita, quella autentica che rende più umana l’umanità. Nelle ultime settimane, per il venir meno delle forze fisiche, avvertivi l’inutilità dell’esistere e vagheggiavi la morte: impotente a donare ancora. E al mio incitamento a vivere l’importanza dell’ultimo soffio di vita, “ho già dato” replicavi. E’ vero, hai dato e molto. E donarti è stata tutta la tua vita nella sua definizione più alta.
Ora con la cristallina saggezza in cui ci specchieremo, con la lucida analisi delle strutture matematiche –e non solo- con cui solevi condurre le lezioni, continuerai a mettere ordine nel guazzabuglio del cuore dei tuoi giovani. Con la purezza e il candore di quel lenzuolo bianco con cui, come Lazzaro, hai desiderato avvolgere le estreme tue sembianze, noi continueremo a fabbricarci la corazza, mai ultimata, resiliente ai trabocchetti della vita.
Per questo oggi non celebriamo la tua assenza come angoscia, per questo cantiamo non la morte ma la vita, e la cantiamo insieme a quella parte di te che imperitura rimarrà in noi, a quei valori che, incorporati, sempre ci accompagneranno. Tu, pietra angolare in terra, stella polare nel firmamento da te tanto investigato per carpirne la bellezza e la meraviglia. Ecco cielo e terra: il diapason del Professore Antonio Masucci. Grazie e ancora grazie per essere esistito. 

Prof. Antonio Masucci sull'uscio di casa, dove era solito aiutare i ragazzi con lezioni di matematica, fisica, chimica e non solo.