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Antonio masucci

 

Il rinnovamento culturale di Rionero attraverso la Scuola e i suoi operatori: il Prof. Antonio Masucci

 

Raffaele Tirico - 26 Novembre 2005
Si è organizzato questo incontro, tanto atteso, con il professore di Matematica e Fisica A. Masucci, su mia proposta agli operatori del centro studi Leone XIII, i quali con la consueta disponibilità, hanno risposto all'appello, coinvolgendo nell'iniziativa anche l'Amministrazione comunale ora dimissionaria.

Ma perché l'incontro è stato molto atteso? Che cosa in effetti, ha rappresentato per noi, per Rionero, il professore Masucci?
Certo egli ha segnato un pezzo della nostra storia. Diciamo subito che ha svolto un ruolo di primo piano nella vita culturale e scolastica della nostra Rionero, all'indomani della seconda guerra mondiale, allorchè tradizione e cultura hanno trovato la loro sintesi, il loro punto di incontro, l'humus propizio per crescere nel clima fecondo della riconquistata libertà democratica della Nazione. Mente fervida e razionale, Egli è oggi tra noi a testimonianza degli anni storici rioneresi.

Nel 1945 Rionero era un paese prevalentemente agricolo, privo di istituti scolastici, sebbene fossero pochi i giovani che intraprendevano gli studi: per frequentare le scuole medie e continuare negli studi essi si dovevano recare ogni giorno con il treno nella vicina Melfi, sottoponendosi a non lievi sacrifici.

Bisognava dare una risposta ai tempi nuovi e alle richieste della gente: con un gruppo di uomini illuminati e consapevoli delle istanze che provenivano dalle famiglie - non possiano qui sottacere i contributi determinanti dell'Avocato Antonio Caggiano, dell'indimenticabile prof. Enzo Cervellino, dell'Avvocato Donato Tribuzio e dell'Ing. Luigi Grieco - A. Masucci ha individuato nella scuola e nella istruzione, che si fa cultura e civiltà, la risoluzione del problema scolastico cittadino e insieme la chiave di volta dell'avvenire del paese.

Ricchissimo di interessi scientifici sin dalla sua prima adolescenza, A. Masucci si è sempre distinto negli studi e in ogni tipo di ricerca. La Scienza in lui si è fatta costume intellettuale, stile di vita, si è trasformata nella sua coscienza in una seconda più raffinata natura. Come costante esempio di vita morale e di sicuro punto di riferimento, si è sempre imposto a quanti ebbero la fortuna di conoscerlo e di amarlo, di essere stati principalmente suoi alunni.
Intere generazioni di giovani sono passate fra le sue mani. Non c'è a Rionero un uomo della mia età che abbia da adolescente frequentato le scuole, o anche più giovane, che non ha ricevuto da Lui qualcosa sul piano della formazione del carattere e della educazione della mente. Proprio in questo atteggiamento di disponibilità umana e professionale, di cui si ricorda la chiarezza espositiva ed espressiva nello svolgimento delle lezioni, la proprietà del linguaggio, la intrinseca coerenza logica del discorso, la indiscussa validità didattica, il possesso pieno e profondo delle discipline, va individuata la peculiarità dell'uomo e del professore, la sua irripetibile originalità educativa. Ha amato la scuola oltre ogni misura, l'ha sempre avuta nel sangue: l'insegnamento era e rimane la sua vita, il suo essere più vivo e più vero. Per la sua notevole preparazione scientifica avrebbe potuto ricoprire ruoli prestigiosi all'interno della docenza universitaria, ma Egli ha preferito, per libera scelta, i giovani del Liceo Scientifico, ritenendo che gli istituti superiori umanistici e scientifici del sistema scolastico italiano potessero ancora costituire i pilastri della formazione dell'intelligenza.

Quando professore di matematica, di scienze, di disegno, nella scuola media autorizzata "Michele Granata", verso la fine degli anni '40, riceveva annualmente le ispezioni didattiche per la parificazione e la statalizzazione dell'Istituzione, il prof. Raffaele De Lorenzis, professore e preside di liceo, provveditore agli studi ed ispettore centrale presso il Ministero della P.I. , oltremodo esperto di cose scolastiche e di didattica, dopo aver assistito con interesse alle sue lezioni ebbe il piacere di tributargli il suo elogio dicendogli: "Lei si, è un vero professore!", allora il successo della scuola di Rionero fu immenso. Al Prof. A. Masucci la nostra città deve molto sia per la statalizzazione delle sue scuole, sia per il notevole contributo culturale e sociale. Pur non volendo sottacere altre circostanze favoreli, certamente fu il suo insegnamento a dare il suggello della serietà e della credibilità alla scuola.

 

Da Amministratore dell'istituto magistrale "Giustino Fortunato negli anni '50, A. Masucci ogni mattina era lì sulla breccia, nel palazzo Giannattasio: con scrupolosa diligenza curava ogni cosa, ogni particolare, dava alla scuola l'impronta sempre più convincente del laboratorio didattico, anticipando i tempi. Ma quel che più conta, in questo fervore operativo, era il fatto di essere costantemente vicino a tutti gli alunni, scoprendone le capacità e quindi interpretandone i bisogni. L'istituto magistrale affidato alle sue cure dall'Amministrazione comunale del tempo ha vissuto negli anni '50 la sua migliore stagione pionieristica.

Ci mandò a Potenza , nel luglio del 1954, a sostenere gli esami di abilitazione all'insegnamento presso l'istituto magistrale statale "E. Gianturco", confortati dalla solida preparazione di cui la sua scuola ed Egli stesso ci aveva fornito. I risultati furono sotto gli occhi di tutti: gli alunni dell'istituto magistrale di Rionero si classificarono primi all'interno delle due commissioni d'esame.
Era la prima volta che gli alunni di Rionero si presentavano agli esami di maturità preparati da una scuola autorizzata.

Per la nostra Città e anche per i luoghi dove ha operato successivamente, A. Masucci non è stato solo un professore fra i tanti, ma è stato il professore per eccellenza, l'unico, come un altro grande rionerese della seconda metà dell'800, Vincenzo Granata, eloquentemente definito da Giustino Fortunato "un maestro di scuola". Don Giustino infine gli diceva: "Hai insegnato, hai educato la gioventù per mezzo secolo, assiduamente, disinteressatamente, diligentemente, fervemente, liberamente, e sei vissuto con il lavoro, con l'unico paziente lavoro scarsamente retribuito. Oh! se questo è un merito, e non è un semplice dovere compiuto, io non so altro dire, nè come scusarmi." (1)
Le stesse espressioni di lode e di compiacimento noi rivolgiamo al prof. A. Masucci: eccellente, diligentissimo, disinteressato, generoso, ha amato il suo paese ed ha fatto scuola; a moltissimi giovani stimati professionisti e dirigenti in ogni settore della vita pubblica ha segnato la strada ed ha indicato il cammino.

Ritorna ufficialmente nella sua città natale della vicina Puglia dopo un lunga assenza, dove però mai lo ha abbandonato il ricordo dei suoi operosi anni giovanili, la nostalgia e il desiderio della terra natia. Ritorna per donarci ancora qualcosa dei suoi numerosi studi scientifici di cui molti ancora inediti delle sue acute osservazioni e riflessioni sul sistema del nostro Universo.
Vogliamo ringraziare gli operatori del centro studi Leone XIII, il mondo della scuola, la Città tutta e il prof. Pasquale Tucciariello per aver dato corso alla mia proposta.

Intendiamo perciò onorare con questa giornata a Lui dedicata questo figlio straordinario di Rionero; riconosciamo a A. Masucci un incisivo pioniere culturale della nostra scuola e del nuovo corso cittadino degli anni '40 e '50, un convinto e preparato professionista della scuola tra i più singolari che questa terra abbia mai prodotto.
E non è poco.

Raffaele Tirico

Rionero in Vulture
Casa della Gioventù , 26 novembre 2005
ore 17,00
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(1) Cfr, Vincenzo Granata, Memorie di un insegnante privato, p. 3-4 Vecchi Editore, Trani, 1900