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Personaggi

MICHELE RIGILLO, POETA AMMIRATO DA CARDUCCI
Rionero in Vulture nel 1959 gli ha intitolato una strada della città


di Michele Traficante

 

RIONERO IN VULTURE - "Scendevi col soffio del zefiro / che sfiora, la sera, dei pioppi / le cime ne l'etere audaci; / scendevi col raggio veloce / del primo chiarore dorato; / scendevi, scendevi nel prato, / eterna canzone d'amor. ( ... ) " E sorse a la destra tua sponda, / d'oppressi in un evo, Rionero. / Randagia, una pallida turba / cosparse i tuoi clivi, sudando / ai nati lo scarso alimento: / ai vani sudori l'intento / tiranno, bramoso, insidiò.

Sono alcuni versi della celebre poesia " Fontana Maruccia " di Michele Rigillo che tanto piacque al grande Carducci, non certo tenero nei confronti di tanti poeti che a lui si rivolgevano e che, allora come oggi, si credevano e si credono poeti sommi.

Michele Rigillo, fu una figura di non secondario piano nel panorama culturale del suo tempo rappresentando un sicuro punto di riferimento soprattutto per tanti giovani che egli forgiò col suo insegnamento.

Nato a Rionero in Vulture il 28 gennaio 1879 fu dotato di grande intelligenza e volontà tenace, doti che non sfuggirono a Giustino Fortunato il quale non solo lo incoraggiò ma lo sostenne nel corso degli studi. Seguì gli studi presso il seminario di Melfi e successivamente presso il Liceo Duni di Matera, rivelando precocemente la sua versatilità letteraria.

Si iscrisse all'Università di Napoli ove, nel 1906, conseguì la laurea in lettere. Iniziò subito l'insegnamento in diverse città. Collaboratore, sin dall'età di tredici anni, di giornali e riviste, diede vita ad una serie di pubblicazioni in prosa che lo resero famoso nell'ambiente letterario del tempo per l'apporto culturale illuminato e significante.

Interessante, per esempio, il suo studio sul "Seicento e i pregiudizi sul seicentismo" col quale, insieme ad altri autori, riscattava il secolo dall'accusa di oscurantismo letterario, ponendosi l'obiettivo di divulgare l'opera di Giuseppe Battista, scrittore pugliese del XVII secolo.

La sua attenzione letteraria si concentrava sulle condizioni del popolo meridionale e nei tre "Episodi" riguardanti lo scritto "La dominazione spagnola a Napoli" egli riabilitava il popolo meridionale restituendogli rispettabilità, dignità e coraggio, qualità indiscusse, perché sofferte e maturata da gente provata ed oppressa.

Gli stavano particolarmente a cuore la preparazione culturale dei giovani e i problemi della scuola verso cui dedicò non poche energie. Pubblicò su tali problematiche i manuali "Il primo passo nella letteratura", "Le norme ed esempi di letteratura", “La nuova scuola tecnica".

Ebbe, insieme a pochi, il grande merito di avere riscoperto e divulgato l'antico patrimonio letterario e storico della terra di Basilicata. Basti pensare alla traduzione in italiano di "Paolino e Polla, poemetto drammatico del sec. XIII di Riccardo da Venosa", pubblicato anche nel testo latino integrale, dedicato a Giustino Fortunato. Ancora una recensione critica, d'interesse folcloristico, del libro di bozzetti e novelle dell'aviglianese Tommaso Claps " A piè del Carmine" e lo studio di un poemetto eroico di un carmelitano di Mantova, in cui accenna ad Atella.

Ma è la lirica "Fontana Maruccia", che ebbe vasta risonanza nel mondo letterario e riscosse l'approvazione dello stesso Giosué Carducci per la nobiltà del tono, la fluidità del verso e per il contenuto del tutto nuovo riguardante la storia del Vulture, a decretargli fama imperitura.

Fu scrittore infaticabile, assai legato alla terra che gli aveva dato i natali e che amò sempre, ricordandola con profonda nostalgia.

Le sue opere più importanti: "La flora medica del Vulture", Tip.Ercolani, Rionero 1894; "Fontana Maruccia", Tip. Ercolani, Rionero 1902; "L'assedio di Atella del 1494 in un poemetto eroico del '500", Vecchi, Trani 1905; "Folklore lucano", Vecchi, Trani 1907; "Satire di Orazio, spunti di gnomologia oraziana", Istituto Meridionale di Cultura, Napoli 1937; "Sotto le armi", Tip. Benedettina, Parma 1952 , 2 volumi. Si tratta della quasi quotidiana corrispondenza con Giustino Fortunato durante la grande guerra 1915-18.

Morì a Parma il 28 ottobre 1958.

L'amministrazione comunale di Rionero in Vulture nel 1959, con delibera n° 40 del 21 febbraio, sindaco l'avv. Ettore Lopes, ad unanimità di voti, ha intestato una strada della città all'illustre concittadino.

"Sicuro di interpretare il pensiero i sentimenti di questo Consiglio e della cittadinanza - disse il Sindaco in quella circostanza - abbiamo inserito nell'ordine del giorno di questa seduta la intitolazione di una strada della nostra città al concittadino prof. Michele Rigillo, fulgido campione di nostra terra, che con altezza d'ingegno e operosità costante e feconda l'ha onorata in tutte le parti del Settentrione. A dir delle sue virtù basterebbe ricordare che egli fu fedelissimo amico ed interprete di tutto il pensiero di Giustino Fortunato, il cantore più vero, più fulgido e fine delle belle leggende di terra del Vulture, il fecondo ed intelligente collaboratore di Matilde Serao. Professore e docente in Cagliari, Torino, Genova e Parma, Michele Rigillo si impose come forte poeta e letterato di nostra terra con l'opera elevatissima dal titolo "Fontana Maruccia", dedicata a Giustino Fortunato nel 1902 e che tanto piacque al difficile e grande Carducci. Fu apprezzato collaboratore di molti giornali, ultimo dei quali "Gazzetta di Parma", nella quale città egli si è spento e dove è stato già degnamente commemorato. Scrivendo tempo fa - ha concluso il sindaco Lopes - al suo carissimo amico prof. Giuseppe Catenacci, egli riconosceva di non essere riuscito ad appagare il più ardente desiderio della sua vita: costruire qui, alle falde del Vulture, una casetta tutta sua, modesta, anche modestissima, per finire gli ultimi anni di sua vita nella sua e nostra terra".

Michele Rigillo ci ha lasciato all'incirca un centinaio di pubblicazioni, molte delle quali stampate da illustri case editrici, che sono diventate un alto patrimonio della scuola per l'acutezza moderna e la dottrina umanistica che esse rispecchiano. Tante altre riguardano la zona del Vulture o l'intera regione, con le quali l'autore ha illustrato e messo i risalto quei valori che conferiscono loro più prestigio.

E' bene, quindi, ricordare Michele Rigillo, quale insigne maestro egli fu per tanti giovani rioneresi che a lui dovettero, se pervennero alfine a luminose affermazioni, in un'epoca in cui Rionero non era centro di studi e spuntarla nel campo culturale era solo privilegio di pochi.