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11/06/2022

Ascoltare il colore: l'Arte di Patrizia Monacò

 

Il respiro del Pianeta-Oltremare

Il respiro del Pianeta

Un'anima in viaggio perenne
su orizzonti e terre
ignara di confini asfissianti,
respira ogni istante
con il respiro del Pianeta,
estrema e leggera
fluttua tra sfolgoranti…silenti…musicali
e infinite meraviglie
viventi…
Il Pianeta è vivo
respira,
è Dentro e Fuori di me.


Patrizia Monacò
"Il respiro del Pianeta II"
2020

 

 

Una donna che sa comunicare è una donna che ama la vita un po' di più.

L'artista

Artista astrattista, animo immerso nell’Arte a tutto tondo (dalla pittura alla scrittura, passando per il disegno e la comunicazione) spirito sensibile, solare, amichevole, di profonda empatia e dolcezza, Patrizia Monacò mi ha aperto le porte del suo universo: e in questo suo cosmo, quanto di bello ho intravisto, mi appare oltremodo abbagliante. Qui tutto nasce e riluce di forte, irresistibile ed andromediana bellezza, simile ad un subitaneo fascio di luce mattutina che travalica una finestra estiva.

Il colore di Patrizia Monacò parla deciso. Ed è l’artista stessa a dargli ogni volta parole nette ed inequivocabili per quanto nettamente astratte e questo non tanto per i titoli esplicativi annessi alle sue tele. La sua è una parola di colore compiuto che nasce dall’ascolto degli elementi primari, trattati e filtrati attraverso il mezzo più nobile e trasparente, attraverso il pennello più prezioso: quello dell’anima che interagisce soggettivamente con tutte le forze vitali del pianeta.

Ascolto delle più intime e nascoste vibrazioni del mondo, dunque. Perché dipingere è far arrivare a gridare quello che è il silenzio immenso ma penetrante e dormiente del colore. E Patrizia Monacò ascolta il colore come pochi e come pochi a questo colore riesce poi a ridare fiato, un afflato lirico e universale, rimettendolo in circolo - così come immagino lei desideri - trasfigurato e naturale a un tempo. Osservate le sue tele: qui l’Astrattismo si avvicina all’auto-significazione, cioè ad una dimensione che rappresenta sia l’indipendenza semantica tipica dell’unicum artistico, sia il comunicativismo universale, quello più accessibile a tutti. Il mare, la terra, il fuoco, l’aria, sono per chiunque: Patrizia Monacò rende ancora più universale questa “democrazia di significato figurativo e figurale” che nasce dall’uso amorevole, attento, pensato ma al tempo stesso immediato, spontaneo e personale (perché a mio dire molto femminile) del colore.

Ed è per capire e carpire un po' di più di questa bella luce personale che ho intrapreso con Patrizia la chiacchierata che segue: le tele passano per la vita e la vita è una filigrana astratta eppure concreta nell’animo sognante della pittrice potentina i cui lavori sono stati nel tempo apprezzati a livello nazionale ed internazionale e la cui ispirazione prolifica continua ad essere gioia per gli occhi di chi non si accontenta semplicemente di osservare, bensì di costruire e guardare l’oltre nella stessa eppure diversa cifra di colori che tinge l’intera anima del mondo.

D. Patrizia, vorrei iniziare col “dare un po' di numeri” come suol dirsi: quante opere, quante mostre e quanti premi hanno costellato finora la tua carriera di pittrice?

Patrizia Monacò in compagnia del Premio Nobel per la pace Betty Williams in visita a Potenza nel 2013 in occasione dell'inaugurazione della "Fondazione Città della Pace". L'artista fece dono all'attivista irlandese in quell' occasione di una sua opera grafica.

Dare i numeri, come potrai immaginare, non è il mio forte. Preferisco viaggiare con la fantasia! Scherzi a parte, facendo qualche calcolo, credo di avere al mio attivo venti mostre personali e una cinquantina di collettive. Per quanto concerne i premi, solo da giovanissima partecipai a un paio di concorsi, essendo in realtà poco interessata a gareggiare. Però vorrei ricordare volentieri un premio per me particolare e significativo proprio perché non strettamente legato alla mia identità di artista astrattista, ovvero il secondo premio per la poesia al Concorso "Natale Agropolese" di Agropoli nel 1986. In tempi più recenti, parlo del 2013, ho avuto l'onore di incontrare il premio Nobel per la Pace ed attivista mondiale per i diritti dei bambini e delle donne, la compianta Betty Williams (promotrice del primo modello della Città della Pace in Basilicata e dell’omonima Fondazione nata dalla famosa questione delle scorie nucleari di Scanzano Jonico n.d.a.) presso il Teatro Francesco Stabile di Potenza, donandole una mia opera grafica. Fu un incontro estremamente intenso con una donna veramente eccezionale. 

D. Tu sei un’artista astrattista, anche se nel tempo hai in un certo qual modo “razionalizzato” e “naturalizzato” i temi e il concept stesso dei tuoi quadri. Puoi spiegarci in due parole questo tuo tipo di ispirazione/tecnica che ha tra i suoi punti di riferimento certi l’instant painting di Jackson Pollock ma che di fatto nel suo sviluppo e cammino personale si è poi specializzata sia nel lirismo poetico che nella questione del rispetto e dell’educazione ambientale?

Nella mia carriera artistica ho attraversato vari periodi e stili. Agli inizi del 2000 mi esprimevo con uno stile astratto, geometrico e lirico, poi sono arrivata a "navigare" nel mare immenso e trascinante del dripping e della pittura gestuale che hanno avuto in Jackson Pollock un rappresentante eccelso. Per diversi anni, nelle mie tele, ho seguito, in maniera personale e sentita, i dettami dell'epifania e del gesto creativo immediato ed esuberante, cercando di far emergere l'inconscio e la dimensione onirica.
Negli ultimi anni, il mio percorso ha subito ulteriori trasformazioni - quelle che a mio dire  sono alla base di una vera e profonda ricerca artistica e filosofica - portandomi a trovare una cifra stilistica in cui gli elementi naturali, habitat  ed ecosistemi, hanno fondamentale importanza ma rappresentano al contempo una metafora della condizione umana. 

 

D. Ogni artista è un contenitore vivente di sogni: egli rielabora la realtà, il proprio vissuto, il ricordo. So che sei stata una grande ed appassionata lettrice di Marcel Proust. In che modo l’autore del “Profumo della Madeleine” (La Recherche du Temp Perdu) ha influito sull’interpretazione artistica della tua realtà trasfigurata? Si può dire che effettivamente la realtà sia tale o semplicemente siamo noi che dovremmo imparare a vestirci di altri occhi per vivere la “diversità della bellezza” o -se vogliamo- la “bellezza della diversità”? 

Immersione

Ti ringrazio per questa domanda che mi permette di parlare dei libri, che assieme all'ambiente naturale sono per me una enorme ed irrinunciabile fonte di ispirazione.
Sono da sempre un'avida lettrice, in particolare di classici. Marcel Proust con la sua Recherche, (assieme a James Joyce e a Virginia Woolf) è tra gli autori che prediligo. Il suo capolavoro monumentale della letteratura del Novecento, appunto “La Ricerca del Tempo Perduto” ha come centro pulsante il tema del Tempo e per Proust soltanto le memorie e l'Arte sono in grado di sottrarsi alla tirannia del Tempo, ottenendo una sorta di “compenso” al disordine del mondo.
Nel mio piccolo, anch'io la penso come il grande Marcel Proust. L'arte ha il potere di oltrepassare il tempo, di vincerlo, di andare più in alto della realtà fino ad arrivare all'essenza stessa della vita. 

 

D. Qual è l’opera che più rappresenta Patrizia Monacò, quella cui è particolarmente affezionata e che in un ipotetico Libro di Storia dell’Arte lei stessa vorrebbe che fosse e che rappresentasse – chiamiamolo così- il suo paradigma ri-conoscitivo?

Il tempo perduto - Pompei

Questa è una domanda difficile. In ogni opera l'artista lascia un frammento del proprio sentire e della propria anima. Sono tante le opere alle quali tengo in maniera particolare: tra queste, almeno due sono quelle che mi piacerebbe avessero un posto importante e che fossero ricordate. La prima si intitola "Il tempo perduto - Pompei " di qualche anno fa, ora nella collezione privata di una persona per me molto speciale che vive a Recanati. Si tratta di un quadro in cui ho inteso proporre una mia idea delle pareti affrescate delle “Domus” pompeiane, attraverso una mia tecnica di stratificazione di colori e di piccoli interventi di disegno, con simboli inerenti al periodo dell'antica città di Pompei, come la cornucopia, il timone, il ritratto di Venere. Elementi che bisogna cercare tra le sfumature dei colori chiari e della linea dell'orizzonte centrale, nera come lo strato lavico, realizzata con il bitume.
Sapere che un'opera così significativa si trovi nella città natale di Leopardi e nella casa di una persona di grande cultura e sensibilità artistica, mi rende grata e orgogliosa. L’altra opera a cui sono altrettanto legata ha come titolo “Fioritura Oceanica” ed esprime il mio immenso amore per il mare. Si trova nella sede della Fondazione Mazzoleni in Lombardia.

 

D. Patrizia, puoi farci un breve report di come secondo te l’arte italiana (e se vuoi anche internazionale) ha attraversato la Pandemia? Come si è trasformata, secondo il tuo parere, sia in merito all’interiorità ispirativa degli artisti, sia in merito alle iniziative promosse in tempo di restrizioni sociali?

Eppure il Mandorlo fiorisce ancora

Per quanto riguarda l'arte italiana nel periodo della Pandemia, credo non ci sia stata un'interruzione nella capacità narrativa e creativa degli artisti italiani. Molti hanno continuato ad esprimersi e anch'io non mi sono fermata, anzi ho ripreso persino a disegnare volti ed elementi figurativi dopo un lungo periodo dedicato esclusivamente all'Astrattismo. Grazie ai Social poi, si è avuta addirittura l'opportunità di creare esposizioni online, eventi ed interviste, continuando a divulgare arte e cultura. Io stessa ho avuto modo di partecipare a due collettive online e a varie altre iniziative. L’arte e la cultura hanno il potere di arrivare ovunque, in qualunque momento storico, poiché parlano direttamente a cuore e mente con un linguaggio universale e con una straordinaria capacità di coinvolgimento emotivo ed intellettuale. I canali di incontro, mediazione e comunicazione erano per forza di cose cambiati, ma la forza dell’espressione umana rimaneva, secondo me, la stessa, se non addirittura triplicata.

D. Lo stato di salute dell’Arte in Basilicata al termine di questo quasi terzo anno di Pandemia.

Per quanto concerne lo stato di salute dell'arte in Basilicata, credo sia abbastanza buono. Ci sono state e stanno crescendo numerose iniziative artistiche e culturali. La Basilicata è una terra generosa nell’arte e che sa parlare di arte. Quindi da sempre esiste un certo fermento che potrebbe fare da volano per una regione che ha bisogno di trovare un suo protagonismo di spessore in ambito nazionale e non solo.
Vedremo cosa succederà. 

D. Patrizia, ti ho percepita fin da subito come artista empatica e sensibilissima: posso chiederti se a tuo avviso l’arte ha ancora pieno diritto di cittadinanza nel cuore degli uomini, se essa riesce ancora pienamente ad attecchire negli animi così inariditi dal consumismo e così carichi di egoismo (diciamolo pure) che popolano l’oggi? Davvero pochi sembrano ormai avere la volontà di fermarsi ad osservare per dedicare tempo ai colori interiori di una buona lettura e a quelli esteriori altrettanto potenti di un tramonto estivo o di un immenso azzurro primaverile: l’artista è allora forse demotivato e depotenziato nel suo eterno compito di bussola per il punto cardine del Bello? Siamo forse oggi difronte ad una sfida per l’emittente a trovare nuovi linguaggi che catturino il fruitore o dobbiamo semplicemente attendere che la Vera Bellezza scavalchi i fenomeni e i linguaggi effimeri radicati ormai nel nostro vivere?

Questa tua domanda articolata e intrigante meriterebbe molto spazio per una risposta esauriente.  Mi limiterò a dire che stiamo vivendo un'epoca in cui il possedere e il mostrare hanno più importanza dell'essere e del sentire. Del resto, anche Pirandello sosteneva che bisognerebbe essere e non apparire. Al contrario purtroppo, assistiamo oggi sempre più ad una “fiera delle vanità”, inconsistente e di pessimo gusto, in cui conta solo esibirsi e sfilare, essere al centro dell'attenzione, mettendo in luce un gigantesco ego, privo di valori autentici e di spessore intellettuale. Ma esiste un antidoto potente: si chiama Arte, Natura, Bellezza! Insomma, con l'affermazione di contenuti autentici, non invadenti ma profondamente comunicativi, forse è possibile ricostruire un Umanesimo perduto e fatto a pezzi dalla società dell'apparenza e del consumismo ... bisogna però crederci e lottare ogni giorno perché questo avvenga.

D. Scaldaci il cuore con l’anteprima di un tuo imminente nuovo progetto.

Per quanto riguarda i progetti, ricevo molto spesso proposte più o meno interessanti per mostre ed eventi. Ogni volta devo valutare e decidere con attenzione.
In questo momento sto prendendo in seria considerazione alcune proposte di estrema importanza, che dovrebbero svolgersi in Italia e forse anche all'estero. Ma trattandosi di progetti impegnativi e tutti in fase organizzativa iniziale, non posso svelare di più.  Appena saranno messi a punto, sarà mia premura informare te e gli altri operatori della comunicazione. Per cui a presto, spero...
Grazie di cuore Angela! 

 

Grazie a te, Patrizia Monacò, per questi preziosi momenti d’arte insieme.

E per chi volesse approfondire l’arte di Patrizia Monacò, qui di seguito i contatti social dell’artista:

https://www.facebook.com/patrizia.monaco.9
https://instagram.com/patrizia_monako?igshid=YmMyMTA2M2Y=
www.monakopatrizia.weebly.com
monako_patrizia@libero.it 

 

Angela De Nicola
Per Centro Studi Leone XIII


 


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