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13/02/2024

Dove non arriva la politica può arrivare l'arte
di Michele Lacava

 

Le polemiche scaturite dal gesto di denuncia di Ghali, che dal palco dell'Ariston ha chiesto di mettere fine all'ecatombe di vite umane che si sta consumando senza tregua nel conflitto israelo-palestinese, dimostrano quanto sia ancora scomodo in Italia un artista che affronta argomenti simili in pubblico e, a maggior ragione, in diretta televisiva nazionale. Eppure, in un atto simile, di sbagliato non c'è niente. Anzi, uno dei compiti di un artista è proprio quello di mettere liberamente in discussione l'azione politica dei governanti, senza filtri e senza fronzoli. Ne consegue che il loro punto di vista sull'attualità e sulle vicende politiche sia quasi sempre in conflitto con quello delle classi dirigenti. Ma questo è un grande pregio perché favorisce un contraddittorio costruttivo che aiuta i cittadini a stimolare il loro spirito critico e a costruirsi una sana coscienza civica.

La voce di un artista, specialmente quando è scevra da ogni condizionamento politico e ideologico, è quanto mai preziosa perché si schiera in difesa del pensiero pluralista rivelandosi un solido presidio democratico. Per questo motivo, un atto di censura come quello adottato dalla Rai contro Ghali è un gesto ignobile e inaccettabile che minaccia il legittimo diritto alla libertà di espressione di un individuo. Inoltre, se alla narrazione ufficiale degli eventi non si accompagna l'interpretazione di un artista e l'opinione di un intellettuale sorge il rischio che si delinei una linea di pensiero unidirezionale che genera cittadini parzialmente consapevoli o, addirittura, inconsapevoli di ciò che avviene nella realtà.

Per questa ragione, oggi più che mai, mostrare solidarietà e sostegno a Ghali e a tutti quegli artisti che subiscono trattamenti simili, non è solo giusto ma anche doveroso. Soprattutto se si considera che essi, in molti casi, rappresentano l'unica opportunità per dare voce a chi non ne ha e per difendere la dignità degli oppressi. È importante ricordare che dove la politica non riesce ad arrivare, per calcolo o per pavidità, può arrivare l'arte. E gli artisti, talvolta, devono sfruttare la loro visibilità per attirare l'attenzione sulle cause importanti, come lo è la questione israelo-palestinese, che merita un serio e tempestivo intervento di pace globale.

Michele Lacava
Centro Studi Leone XIII

 

 

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