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23/02/2021

Giorgio La Pira, note biografiche

 

“Non si dica quella solita frase poco seria: la politica è una cosa 'brutta'! No: l'impegno politico - cioè l'impegno diretto alla costruzione cristianamente ispirata della società in tutti i suoi ordinamenti a cominciare dall'economico - è un impegno di umanità e di santità: è un impegno che deve potere convogliare verso di sé gli sforzi di una vita tutta tessuta di preghiera, di meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e di carità”. Giorgio La Pira, 1904 - 1977 (da La nostra vocazione sociale)

Giorgio La Pira è indicato uno dei padri fondatori della Dc. Ancora giovane, dalla Sicilia, già terziario domenicano e poi terziario francescano, si traferisce a Firenze ospite del convento domenicano di San Marco dove si laurea in giurisprudenza. Nel 1943 prende parte ai lavori che porteranno alla redazione del Codice di Camaldoli, il documento programmatico elaborato in Italia nel luglio 1943 da un gruppo di intellettuali di fede cattolica. Tratta tutti i temi della vita sociale: dalla famiglia al lavoro, dall'attività economica al rapporto cittadino-stato. Lo scopo fu quello di fornire alle forze sociali cattoliche una base unitaria che ne guidasse l'azione nell'Italia liberata. Il Codice di Camaldoli funse da ispirazione e linea guida per l'azione della Democrazia Cristiana che si stava formando in quel periodo.
Nel 1946 viene eletto all'Assemblea costituente, nella Dc con Giuseppe Dossetti collabora al periodico Cronache Sociali anche con Fanfani e Lazzati. Nel 1948 viene eletto deputato ed entra nel governo De Gasperi come sottosegretario al lavoro. Eletto sindaco di Firenze negli anni 1951/1957 e 1961/1965, a giustificazione di alcuni suoi atti amministrativi, dice: “Signori Consiglieri, io ve lo dichiaro con fermezza fraterna ma decisa: voi avete nei miei confronti un solo diritto: quello di negarmi la fiducia! Ma non avete il diritto di dirmi: signor Sindaco non si interessi delle creature senza lavoro (licenziati o disoccupati), senza casa (sfrattati), senza assistenza (vecchi, malati, bambini, ecc.). È il mio dovere fondamentale questo: dovere che non ammette discriminazioni e che mi deriva prima che dalla mia posizione di capo della città - e quindi capo della unica e solidale famiglia cittadina - dalla mia coscienza di cristiano: c'è qui in giuoco la sostanza stessa della grazia e dell'Evangelo! Se c'è uno che soffre io ho un dovere preciso: intervenire in tutti i modi con tutti gli accorgimenti che l'amore suggerisce e che la legge fornisce, perché quella sofferenza sia o diminuita o lenita. Altra norma di condotta per un Sindaco in genere e per un Sindaco cristiano in ispecie non c'è”.

Ogni cristiano che si dispone alla politica come servizio deve leggere la biografia di Giorgio La Pira. Già Servo di Dio, il 5 luglio 2018 viene dichiarato Venerabile da papa Francesco (a Firenze lo chiamavano il Sindaco Santo). E’ sepolto a Firenze nella chiesa di San Marco.

Pasquale Tucciariello
Centro Studi Leone XIII


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