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06/04/2021

Europa, analisi e proposte
Federazione Popolare DC di Basilicata

 

Il Centro Studi Leone XIII di Basilicata ha svolto tre incontri telematici il 13, il 20 novembre e il 4 dicembre scorsi sui temi dell’Europa. Dopo un approfondito confronto è stato condiviso il seguente documento finale.

L’Unione europea dei 27 Stati, dopo la Brexit, non è più la “piccola Europa” di Altiero Spinelli, Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Robert Schuman, Paul Henry Spaak, che nacque sulla spinta ideale del superamento dei conflitti culminati nella seconda guerra mondiale.

Quella era un'Europa figlia della Resistenza e dell'antifascismo, aveva le stesse origini della Costituzione italiana; escludeva l'Est, nata com'era a ridosso della cortina di ferro, era parte integrante della NATO, incorporata nel sistema Occidente. L'Europa dei 27 ha, invece, una tutt'altra origine, nasce dal capitalismo vincente che si è proclamato globale alla caduta del Muro, si è europeizzato a Maastricht e con Prodi ha integrato nell'Unione Europea e nel sistema Occidente i Paesi dell'Est, precipitosamente sottratti alla influenza russa (intesa come ex-sovietica). Questa Europa, figlia di un'altra storia, non ha parentele con la Costituzione italiana, e si vede.

Alla fine hanno prevalso i valori laico radicali del Manifesto di Ventotene (Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni) su quelli cristiano sociali, in un’Europa dominata dal relativismo morale che ha impedito di assumere le fondamenta giudaico cristiane alla base della sua Costituzione mai varata.

Di qui un progressivo distacco tra una complessa istituzione che favorisce il ruolo della tecnocrazia e le aspirazioni e i bisogni dei popoli europei. Un’istituzione nella quale il ruolo del Parlamento europeo è ridotto a semplice organismo di rappresentanza. D’altra parte, finché la BCE e le Banche centrali dei Paesi dell'Unione sono controllate dagli hedge fund anglo-caucasici (kazari): Rothschild/Warburg/J.P. Morgan/Rockefeller/ Walker Bush, Johnson, Jefferson Clinton, attraverso i loro hedge fund (Vanguard, State Street, Fidelity, Franklyn Templeton, Northetn Trust, T-Rowe Price, Black Rock, Black stone, Bnp Paribas) le politiche economiche europee non potranno che essere funzionali agli interessi di quegli stessi poteri a scapito dei ceti medi e popolari della Europa.

Noi Popolari non vogliamo meno Europa, ma più Europa nella quale risulti determinante la volontà dei cittadini ed elettori europei. Siamo ben consapevoli che un'unione monetaria senza una democrazia politica è destinata a fallire. E questo è il rischio che corre oggi l'Unione europea.

Sono stati esaminati i temi principali dell’agenda dell’Unione europea quali:

1) situazione politica di Germania, Francia e Italia, Paesi fondatori della CEE con le tre economie più importanti dell'Unione dopo l'uscita della GB con la Brexit, insieme a quelle degli altri 24 Paesi UE; rapporti tra UE e Gran Bretagna e lo stato di avanzamento della Brexit;

2) politica monetaria tra il rebus della flessibilità, unione bancaria, destino dell'Euro e l'UE del futuro con l'incombente dilemma, nemmeno più sotto traccia: EuroSI- EuroNO;

3) politiche sull'immigrazione che, visti i trend in atto, assume dimensioni imponenti di uomini e donne in fuga da guerre e condizioni di miseria e sotto-sviluppo intollerabili, alla ricerca della sognata Europa.

E’ condivisa l’idea che il prevalere largamente diffuso del "sovranismo" e del ritorno alle chiusure nazionalistiche derivi dal sostanziale fallimento delle politiche sin qui messe in campo dall'Unione europea e dal divario sempre più netto tra le attese dei cittadini europei e le risposte dell'Unione, guidate dagli interessi prevalenti dei poteri finanziari più volte citati. Si aggiunga la debolezza strutturale di un'Unione divisa tra Paesi dell'area Euro e Paesi al di fuori della moneta unica e una governance nella quale il potere è sostanzialmente nelle mani del Consiglio dei capi di governo e, di fatto, esercitato dalla Commissione europea, cui compete in larga parte anche la stessa iniziativa legislativa ("codecisione" con il Parlamento europeo). Un Parlamento, unico organismo eletto dai cittadini europei, ridotto all'approvazione del Bilancio e a esercitare un controllo democratico su tutte le istituzioni dell'UE e in particolare sulla Commissione, il potere di approvare o respingere la nomina dei commissari e il diritto di censurare collettivamente la Commissione. Insomma, troppo poco per l'unico organo rappresentativo della volontà dei quasi 400 milioni di elettori europei e più che sufficiente per la perdita di attendibilità dell'Unione presso i cittadini e gli elettori europei.

Tutto ciò premesso si propone:

  1. sul piano istituzionale, la riforma dei Trattati di Maastricht (7 Febbraio 1992) e di Lisbona (1 Dicembre 2009) e il superamento dell’illegittimo fiscal compact (Marzo 2012), frutto delle scelte dei tecno burocrati in netto contrasto con le stesse finalità indicate dai due trattati, e della governance europea, affidando al parlamento degli eletti il potere effettivo di un’Europa federale degli Stati nazionali;

  2. sul piano delle politiche economiche e finanziarie, il controllo pubblico della Banca centrale europea e delle banche nazionali dei singoli stati, con la netta separazione tra banche di prestito e banche di speculazione finanziaria;

  3. l’assunzione da parte della BCE del ruolo di prestatrice di ultima istanza, indispensabile per la realizzazione di un progetto di autentica Unione politica ed economica europea in grado di reggere il confronto con le grandi potenze internazionali.

Per perseguire tali obiettivi è indispensabile favorire il progetto in atto di ricomposizione politica dell’area cattolica democratica e cristiano sociale portato avanti dalla Federazione Popolare dei DC e dagli amici raccolti attorno al manifesto Zamagni, al fine di organizzare il soggetto politico nuovo di centro, inserito a pieno titolo nel PPE da far tornare ai principi dei padri DC fondatori: De Gasperi, Adenauer, Monnet e Schuman.

Il gruppo Leone XIII giovani, ha presentato le proprie tesi, qui di seguito riportate, che sono parte integrante del presente documento.

UNA NUOVA EUROPA È POSSIBILE. Ridiamo voce al sogno europeo. L’obiettivo dei Padri Fondatori è stato quello di costruire un’architettura politico-istituzionale su solide basi filosofico-concettuali. Le due dimensioni si sono incrociate spesso, alimentandosi reciprocamente. Oggi questo legame si è rotto, facendo emergere di conseguenza fragilità istituzionali.  
Rimettiamo al centro i valori come fondamento della Nuova Unione Europea. Ricostruiamo il sogno europeo ridando forma e sostanza a termini come la dignità umana, la libertà e la responsabilità, l’uguaglianza e la giustizia, la solidarietà e la sussidiarietà. a) Difendere i diritti umani. Sfortunatamente, in alcuni stati, a livello globale e nell'UE, alcuni governi trascurano lo stato di diritto, violando diritti umani fondamentali. Occorre combattere le forme di odio e violenza, condannare le limitazioni alla libertà dentro e fuori i confini europei, recuperare lo spirito liberale. b) Un Parlamento europeo più forte. La rinnovata Unione Europea non può prescindere da un Parlamento Europeo più forte. Il nostro obiettivo è quello di rafforzare il ruolo del PE, l'Istituzione europea che ha maggiore legittimità in quanto eletto direttamente dai cittadini. Un Parlamento Europeo in grado di dare forma e sostanza ai diritti di cittadinanza europea e in grado di incidere in maniera sempre più significativa sul bilancio comunitario. c) Una politica estera più coerente. Dobbiamo rafforzare la capacità di parlare con una sola voce a livello globale per raggiungere i nostri obiettivi: una nuova e vera cooperazione tra gli Stati Membri, che deve tradursi in pace e sicurezza, commercio libero e multilaterale. d) Un’Europa sostenibile. Vogliamo un’Europa che non dimentichi nessuno, che non lasci i più deboli indietro. Un’Europa che faccia della solidarietà e dell’inclusività parole chiave di un nuovo paradigma di sviluppo. Vogliamo un’Europa sostenibile, che investa sull’innovazione e sui giovani, che sia in grado di sviluppare progettualità.  Vogliamo un’Europa in grado di dare alla Next Generation EU la possibilità di tornare a sognare.

Hanno preso parte alla tre giorni sul web Ettore Bonalberti, Nina Chiari, Giuseppe Gargani, Michele Grieco, Marta Romano, Pasquale Tucciariello, Francesco Vespe.


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